venerdì, settembre 29, 2017

BABYLON SISTERS

Babylon Sisters
di Gigi Roccati
con Amber Dutta, Nav Ghotra, Rahul Dutta
Italia, Croazia, 2017
genere, drammatico
durata, 85'


Kamla (Amber Dutta) ha dodici anni ed è figlia di genitori indiani da tempo residenti in Italia. La sua famiglia decide di trasferirsi da Milano a Trieste, in un quartiere degradato ed in particolare in un edificio fatiscente popolato da una comunità multietnica composta da cinesi, croati, turchi. Il proprietario dello stabile è italiano e sottopone  tutti i suoi “inquilini” a continue angherie e ha appena annunciato loro l’immediato rilascio dell’immobile mediante notifica di un’ingiunzione di sfratto esecutiva.
La mamma di Kamla (Nav Gohtra) è una casalinga ma con la passione della danza stile Bollywood; il papà, Ashok, fa il cameriere. Centrale ed emblematica è la figura del “Professore”, Leone (Renato Carpentieri), che da un’iniziale avversione per il diverso e dunque per la società multietnica che convive con lui nello stesso edificio, diviene solidale e paladino di tutti i suoi vicini di casa al punto che decide di dare lezioni di italiano alla piccola Kamla.
Il regista è Gigi Roccati e Babylon Sisters è il suo primo lungometraggio dopo una lunga esperienza come documentarista avendo girato molti documentari in giro per il mondo.
Il film è liberamente ispirato al romanzo "Amiche per la pelle" di Laila Wadia, autrice indiana che risiede a Trieste. 
Gigi Roccati cerca di coniugare il problema attualissimo dell’immigrazione e della integrazione con il genere bollywoodiano attraverso danze stile Bollywood portate in scena da Shanty. Questa commistione di generi conferisce alla storia un sapore di fiaba a lieto fine inneggiando alla solidarietà ed all’integrazione anche attraverso i valori della poesia decantati dal Professor Leone.
Aspetti favolistici del genere “e tutti vissero felici e contenti..” che sono invece del tutto assenti in un altro lungometraggio presentato al Festival di Venezia che tratta dello stesso annoso e cruciale tema dell’immigrazione. Si allude al film “L’ordine delle cose” della regia di Andrea Segre che ci mostra di converso l’Italia come un Paese che non riesce ad essere all’altezza dei propri propositi e che - pur desiderando un’integrazione degli immigrati - ci mostra l’impossibilità e la difficoltà di raggiungere detto obiettivo.

Michela Montanari

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