giovedì, agosto 10, 2017

FESTIVAL DI LOCARNO 70: MADAME HYDE

Madame Hyde
di Serge Bozon
con Isabelle Huppert, Romain Duris
Francia, Belgio 2017
genere, drammatico
durata, 95’



Essendo una delle attrici più hot del momento ogni film che vede la partecipazione di Isabelle Huppert diventa subito un evento. Così è capitato anche a Locarno che ha ospitato nel concorso internazionale la prima mondiale de "Madame Hyde" liberamente ispirato al celebre libro di Louis Stevenson. Serge Bozon che in Francia è amato e rispettato come critico cinematografico prima ancora che il qualità di regista per aver "militato" ne I Cahiers du Cinema, c'è la mette tutta per mancare di rispetto al grande romanziere, dapprima spostando la vicenda ai giorni nostri per collocarla a Lione (città natale del regista) e precisamente all'interno della scuola dove con scarsa autostima e poco rispetto dei suoi studenti insegna la protagonista del film. E qui veniamo al punto, poiché, trasformando il Dottor Jekyll nella timida e sprovveduta insegnante di fisica che per un esperimento andato storto si trasforma in una specie di giustiziere di quartiere, getta le basi di un'opera che a colpi d'anarchia cinematografica non nasconde la sua natura ribelle e invita a riscrivere le regole. Una dichiarazione d'intenti che "Madame Hyde" dimostra nel concreto, adottando uno stile approssimativo sia nella messinscena - caratterizzata da inquadrature piatte e volutamente approssimate - che nel montaggio, concepito in modo da evitare la ricerca di un ritmo prestabilito a favore di una calcolata casualità nelle chiusura delle singole scene. Neanche gli attori vengono risparmiati dalla furia iconoclasta del regista, il quale, all'insegna del grottesco e del surreale (valga per tutti la trasformazione di M. Hyde destinata ad assumere le forme di una torcia umana che si aggira nottambula per le vie della città) trasforma i personaggi in vere e proprie macchiette, eccessivi sia da una parte - il preside Romain Duris, sempre sopra le righe - che dall'altra - Madame Hyde, talmente sotto tono da sembrare invisibile. Politicamente scorretto anche quando si tratta di dare voce agli umiliati e oppressi, di cui sembrerebbe comunque prendere le difese, - lo studente mussulmano seguito dall'insegnante, ritratto con l'intento di non suscitare alcuna identificazione da parte di chi guarda - "Madame Hyde" è vittima della sua troppa teoria e della sua voglia di essere diverso, Non che non lo sia ma questo non basta per farne un bel film.
(pubblicato su ondacinema.it/speciale festival di Locarno 70)


Nessun commento: