giovedì, ottobre 08, 2015

LE ANTEPRIME DE ICINEMANIACI: BLACK MASS

Black Mass
di Scoot Cooper
con Johnny Deep, Joel Edgerton, Dakota Johnson
Usa, 2015
durata, 120'

 Almeno per quanto riguarda l’uscita nelle sale italiane a Scott Cooper non poteva andare meglio, perché il suo “Black Mass”, presentato fuori concorso al festival di Venezia, arriva nella sale con un tempismo micidiale. Raccontando le imprese criminali di Whitney Burgler, mafioso irlandese che a partire dagli anni 70 e per circa un trentennio mise sotto scacco la città di Boston, Scoot Cooper oltre  filmare la biografia di un personaggio che sembra uscire da un gangster movie di Scorsese e Michael Mann, si toglie il lusso di anticipare “Suburra” nel mettere in scena le vicende di violenza e di corruzione che stanno caratterizzando le cronache della città capitolina. Ovviamente, trattandosi di un prodotto americano e di un personaggio realmente esistito, “Black Mass” lo fa in modo inconsapevole e camaleontico, trasfigurando i segni salienti della fauna romana nel tratto più contenuto ma altrettanto familistico della comunità irlandese. A rimanere uguale è però il legame tra il mondo criminale e l’apparato politico istituzionale, che “Black Mass” rappresenta attraverso le figure de senatore Billy Burgler (Benedict Cumberbacht), fratello di Withney e dell’agente dell’Fbi John Connolly (Joel Edgerton), che in cambio delle informazioni necessarie a catturare i boss italo americani favorisce l’ascesa dell’efferato criminale. 



 Interpretato da Johnny Deep alle prese con l’ennesima trasformazione attoriale, “Black Mass” può contare sul fatto di raccontare le vicende di un personaggio emblematico e quindi, naturalmente dotato di quella riconoscibilità che di solito ne agevola la fruizione da parte del pubblico. Invece di sfruttare il vantaggio, Cooper vi si adagia, allestendo uno spettacolo che si limita a spuntare le voci del copione. A farne le spese è l’anima del film che, nel rappresentare il percorso di un carattere patologico sceglie di farlo con stile compassato e televisivo. Esattamente il contrario di ciò che servirebbe a penetrare la fissità marmorea del personaggio interpretato da Johnny Deep. Cosi facendo “Black Mass” fluisce senza colpo ferire. Nel senso buono e cattivo del termine.

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