mercoledì, ottobre 16, 2013

Oltre i confini del male-Insidious 2


Oltre i confini del male-Insidious 2


diretto da James Wan
con Patrick Wilson, Rose Byrne, Barbara Hershey, Lin Shaye
Usa, 2013
genere, horror, thriller
durata, 105
La carriera di James Wan sembra procedere di pari passo con l'odissea della famiglia Lambert, protagonista della saga di "Insidious", haunted house movie arrivato al secondo capitolo per raccontare le conseguenze del viaggio "nell'altrove" compiuto da Josh Lambert (Patrick Wilson, attore feticcio del regista) per liberare il figlio, esiliato in un purgatorio di anime dannate che anelano ad impadronirsi della sua anima. Una progressione quasi simbiotica che ha visto Wan incrementare le sue credenziali proporzionalmente al grado di sventura toccata in sorte agli sfortunati protagonisti di "Oltre i confini del male- Insidious 2", a cui questa volta tocca in sorte una minaccia dal volto umano ma non per questo meno insidiosa. Capitava infatti che durante il trasbordo tra la dimensione metafisica e quella reale necessaria a riportare indietro il bambino, un membro della famiglia veniva agganciato da malefiche presenze pronte a sconfinare nel nostro mondo per metterlo a soqquadro. Una premessa, peraltro proveniente dalla puntata precedente che Wan gestisce nel migliore dei modi: appena il tempo per riorganizzarsi, quel tanto che basta per far sembrare nuova una cosa già vista. Wan ci riesce spostando prospettive e punti di vista, e più importante di tutto, frammentando e distribuendo la leadership del gioco a tutte le parti in causa: non solo ai membri della famiglia Lambert, ma anche ai cosiddetti comprimari, quelli che nel primo episodio si affacciavano timidamente alla ribalta e che ora invece danno l'impressione di poter avere una loro autonomia all'interno della faccenda. Parliamo per esempio della squadra di Ghostbuster composta da un duo di detective dell'incubo più simili a Gianni e Pinotto che a Dylan Dog, impiegati da Wan come collettore di una comicità quasi slapstick, utilizzata per dar manforte al Luna Park - emotivo e visivo - che rappresenta uno dei tratti distintivi del dittico di Insidious. Ma in questo nuovo capitolo c'è spazio un pò per tutti, con approfondimenti - del personaggio di Lorraine la madre di Josh a cui spetta il compito di mettere in piedi l'indagine per scoprire le origine del male - ritorni - di Elise, la sensitiva uccisa al termine del primo episodio- e di new entry importanti come quella di Carl, collega di Elise, destinato a sostituirla anche nel fornire alla storia una coscienza/conoscenza parapsicologica e medianica. Se nel corso della carriera, e parliamo anche di opere come "The Saw" ed il più recente "The Conjuring" la matrice più evidente era stata quella della concetrazione spaziale "Oltre i confini del male" rappresenta invece un'apertura in senso contrario, con la storia che progredisce su più filoni narrativi geograficamente diversificati. Le case maledette si moltiplicano, cosi some i piani spazio temporali, con il passato che interferisce con presente ed il sogno che comunica con l'aldilà. Insomma un poutpourri che Wan è bravo a creare ed a tenere insieme con buona coerenza. Lo aiutano non solo un team di specialisti come quelli della Bloomhouse, che produce insieme ad Ore Peli (Paranormal Activity), altro nume tutelare del settore, ma anche la padronanza dei mezzi tecnici. Basta dare uno sguardo all'uso dei vari formati, con immagini sporche e digitali sullo stile del reportage e dei documentari quando si tratta di trovare il bandolo della matassa e dare forza alla verosimiglianza (la detection di Lorainne e Carl ma anche quella messa in campo dagli stralunati Ghostbusters), ed invece plastiche ed enfaticamente costruite quando la verità la si mette in scena, deformandola secondo una strategia della paura e della tensione 
Ed anche le citazioni - quella di "Psycho" (1960) introdotta fin dalla prima sequenza nella prospettiva della villa dei Lambert, inquadrata dal basso ad esaltare la sua aurea minacciosa ed anomala, oltreche l'assoluta atipicità rispetto al resto del contesto, e poi ripresa nel rapporto di subordinazione e dipendenza che intercorre tra gli emissari del maligno - quandanche presenti, lo sono in modo necessario ad un meccanismo dichiaratamente imitativo, e perciò subalterno senza infigimenti al cinema che saccheggia. James Wan è un giocoliere dello spettacolo riuscito ad entrare chissà come nella stanza dei bottoni. L'impressione è che si stia divertendo un sacco.

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