martedì, maggio 14, 2013

HITCHCOCK

La vita di un genio è spesso banale. Lo dicono le biografie ufficiali, lo racconta il cinema quando decide di abbandonare il mito per addentrarsi nei territori del vero. E' con questo spirito che si presenta "Hitckock", esempio di cinema che celebra se stesso dimostrando che l'ispirazione è spesso misteriosa ed abituata a convivere con il quotidiano di una vita insignificante e molto spesso noiosa. Cosi appare infatti quella di Sir Alfred Hitckock, maestro del brivido costretto a fronteggiare le conseguenze di un carattere che rifuggiva le mezze misure: da una parte l'ardire di una visionarietà senza limiti, capace di anticipare la modernità per l'innovazione delle soluzioni visive, oppure di inventarsi capolavori adattandoli spesso da libri di secondo piano, dall'altra le giornate passate a spiare le persone dalle finestre del suo ufficio, oppure a rimpilzarsi di cibo per compensare le frustrazioni di un non detto che aveva molto a che fare con l'universo femminile, amato ma anche temuto, come dimostra simbolicamente tutto il suo cinema, costellato di donne prima esaltate e poi costrette a mettersi da parte, e soprattutto il rapporto con la moglie Alma, figura materna gentile ma severa, in grado di raziocinare le nevrosi del marito.

Dir
etto da un regista pressochè sconosciuto "Hitckock" privilegia la forma ai contenuti. Sacha Gervasi si preoccupa più di ricreare la vernice degli anni 60 e la vita all'interno degli studios, che di cogliere il mistero della creazione (forse troppo per chiunque) ed anche l'eccezionalità di un personaggio, che il film tratteggia con una serie di aneddoti come quello che vede il buon Alfred scambiarsi confidenze con il "fantasma" di Ed Gein, il killer che ispiro il personaggio di Norman Bates protagonista del film di cui "Hitckock" riassume la travagliata lavorazione, osteggiata dai produttori e dalla censura per la scabrosità dei temi e portato avanti  dal suo autore grazie anche all'apporto decisivo della moglie. Tra tante omissioni - quella morbosa per le sue attrici è appena accennata - spiccano le figurine di attrici come Janet Leigh (un insipida Scarlett Johanson, gentile ed obbediente, e Vera Miles (un anonima Jessica Biel), ribelle e poco riconoscente, e poi di Anthony Perkins complessato ed insicuro. Alla fine "Psycho" divenne un classico del suo genere, con un successo che andò ogni più rosea previsione dando nuova linfa ad un'ispirazione che di li a poco si trasformò in un nuovo progetto - "Uccelli"- annunciato dalla comparsa di un corvo in una delle scene finali del film. A chi volesse conoscere il seguito consigliamo "The Girl" produzione HBO che inizia laddove "Hitckcok" si conclude.

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