domenica, gennaio 06, 2013

La migliore offerta

La migliore offerta
di Giuseppe Tornatore
con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland
Italia 2012
durata, 124'

Affascinante ma letale, l'arte ed il mondo che gli gira attorno è  stato in molti casi terreno di confronto tra verità ed infingimento. Lo sa bene un regista come Sergio Rubini, autore di un film importante ma sottovalutato come "Colpo d'occhio" (2008) in cui la capacità di saper vedere la bellezza diventava il mezzo per riformulare i parametri del quotidiano, rendendo impossibile la distinzione tra realtà ed apparenza. Deve averlo saputo allo stesso modo Giuseppe Tornatore, che nel suo nuovo film, "La migliore offerta" stabilisce un legame diretto tra l'atto del vedere e la capacità di formulare i parametri del nostro quotidiano. Virgil Oldman, il protagonista del film è infatti un uomo il cui successo lavorativo, molto richiesto e ben remunerato, dipende quasi esclusivamente dall'osservazione. Battitore d'asta di fama mondiale, è una specie di notaio che certifica il valore degli oggetti dopo lunga e dettagliata indagine. Un attività esplicata in maniera asettica - per evitare i contatti con cose e persone indossa sempre un paio di guanti che toglie solamente quando si tratta procedere all'inventariato degli oggetti da vendere- e dalla quale, con un piccolo sotterfugio riesce ad acquisire a prezzo vantaggioso dipinti che immortalano figure di donne destinate sostituire (la sublimazione della vita attraverso l'arte è uno dei temi del film) la controparte reale, temuta e rifuggita. Le cose cambiano quando Virgil conosce Claire ragazza agorafobica che vive segregata nella propria casa senza farsi vedere da nessuno. La preoccupazione per la sue condizioni si trasforma presto in un sentimento che assomiglia all'amore.

Girato alla maniera di un thrlller, grazie ad un intreccio in cui il mistero rappresentato dalla donna senza volto si intreccia con il turbamento  del protagonista "La migliore offerta" è un film che si mantiene in equilibrio tra intimismo autoriale ed intrattenimento di gran classe. Così se da una parte Tornatore fa procedere la storia con un determinismo che è concatenazione di eventi e situazioni, riferibili tanto al mondo reale quanto a quello emozionale, a colpire è il sottotesto di un film che diventa metafora del cinema. Un allusione che si fa palese non solo attraverso le parole  - "in ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico" dice ad un certo punto il personaggio interpretato da Donald Sutherland - ma anche con intere sequenze in cui lo sguardo ( di Virgil  e di chi lo circonda) diventa strumento che da senso alla realtà, vera o falsa che sia, ed insieme mezzo privilegiato per un onniscenza vojeristica tipicamente cinematografica.

Tornatore è bravo ad inventarsi un personaggio senza vie di mezzo, capace di far coincidere gli estremi (l'intransigenza caratteriale e la scaltrezza fanno da contrappunto ad un animo sensibile ed appassionato) e di rimanere impresso per l'incapacità di misurare le sue esternazioni. Insieme a quello c'è la capacità di armonizzare il saliscendi emotivo e le regole del genere grazie ad una messinscena manierista di gran classe, che vede nella recitazione controllata ed accademica di Geoffery Rushun portabandiera di livello eccelso. Elitario e popolare "La migliore offerta" apre la stagione come meglio non si potrebbe. Un buon segnale per il cinema tutto.

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