mercoledì, agosto 29, 2012

Venezia 69 (1)


Identificazione di una mostra: la 69 edizione del Festival di Venezia lontano dagli schermi
Giornata d'apertura.

Ci siamo: dopo il letargo estivo il cinema in Italia riprende a respirare con l'apertura del festival di Venezia giunto alla sua sessantanovesima edizione sotto gli auspici di un nuovo direttore artistico, Alberto Barbera, tornato sul luogo del delitto dopo crudele defenestrazione. E'lui la novità più importante di una manifestazione inevitabilmente condizionata dalla crisi economica e quindi perfettamente attagliata alle usanze di un cerimoniere che ha sempre fatto della sobrietà una delle  principali caratteristiche delle sue direzioni. Il risultato è già evidente in un programma notevolmente dimagrito per numero di film e sezioni che li ospitano, e nella scelta di privilegiare la qualità delle opere alla presenza degli attori che secondo Barbera avrebbero condizionato in negativo le precedenti edizioni con selezioni calibrate a misura di un divismo da prima pagina.

Detto di "The Master" di PT Anderson, attesissimo anche per il presunto riferimento alla vita ed alle opere di Ron Hubbard il fondatore di Scientology (le cronache ci dicono di un Tom Cruise niente affatto contento del film), di Brian De Palma tornato al cinema con il lesbo thriller "Passion" remake di un film francese (Crime D'amour)mai passato dalle nostre parti, di Terence Malick improvvisamente prolifico ed ora in concorso con il melò "To the Wonder", ed ancora di Kim Ki Duk, di Kitano ed altri notissimi registi, l'attesa cinefila si rivolge soprattutto ai nomi nuovi, quelli di cui prima del festival non conosci nulla e che poi tornando a casa metti nel posto migliore della valigia. Una condizione normalmente soddisfatta dalle sezioni collaterali dove solitamente trovano posto i nomi meno spendibili, quelli troppo giovani oppure usi ad un linguaggio poco commestibile anche per un festival che fa dell'arte cinematografica il suo biglietto da visita. Ed infine non per ordine d'importanza gli italiani presenti meno degli anni scorsi ma ben visibili in concorso con tre film (Bellocchio, Ciprì ed F. Comencini) e poi  sparpagliati un pò ovunque nel programma. Tra questi attendiamo con particolare curiosità l'esordio registico di Luigi Lo Cascio e del suo "La città ideale" utopia ambientalista che si confronta con la contemporaneità, "Gli equilibristi" di Ivano De Matteo che riporta in primo piano le conseguenze della crisi economica attraverso la separazione di una coppia costretta a condividere gli stessi spazi per mancanza di soldi, ed infine "L'intervallo" dell'esordiente Leonardo di Costanzo con una vicenda di segregazione e degradazione in cui sono due teen agers a farla da protagonisti.

Un menù ricco e variegato di cui icinemaniaci proveranno a parlare dalle retrovie, cercando di interpretare il puzzle di sensazioni, notizie e commenti provenienti dal lido. E poi sempre su questo blog presentando a breve le recensioni di due opere come "Badlands" di T. Malick ed "Il cacciatore" di Michael Cimino con lo scopo di partecipare ai festeggiamenti che i due registi riceveranno durante il festival. Oggi intanto si parte con la cerimonia d'apertura presentata da un emozionantissima Katia Smutniack, e con il primo film in concorso "The Reluctant Fundamentalist" nelle parole della regista Mira Nair un romanzo di formazione ed un thriller di sentimenti ambientato ai giorni dell'11 settembre. Che la festa cominci, buon cinema a tutti.

Biennale di Venezia 2012 

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