giovedì, aprile 02, 2009

Film in sala dal 3 aprile

Ballare per un sogno
( Make It Happen )
GENERE: Drammatico
ANNO PROD: 2008
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Darren Grant

Gli amici del Bar Margherita
GENERE: Commedia
ANNO PROD: 2008
NAZIONALITÀ Italia
REGIA: Pupi Avati

Io & Marley
( Marley & Me )
GENERE: Commedia, Family, Romantico
ANNO PROD: 2008
NAZIONALITÀ USA
REGIA: David Frankel

Louise & Michel
( Louise-Michel )
GENERE: Commedia
ANNO PROD: 2008
NAZIONALITÀ Francia
REGIA: Benoit Delépine, Gustave de Kervern

Mostri contro alieni
( Monsters vs. Aliens )
GENERE: Animazione, Fantascienza
ANNO PROD: 2009
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Rob Letterman, Conrad Vernon

5 commenti:

ethan ha detto...

Io & Marley è adatto quasi esclusivamente a chi vive in costante crisi di astinenza da animali, e attacca a piangere anche solo davanti alla foto di un cucciolo. Nella versione cinematografica del best seller di John Grogan sulla sua vita insieme a un labrador, manca un ingrediente fondamentale: l'originalità dell'eroe canino. Quella specie di Terminator caldo e peloso, infatti, non è molto diverso da qualsiasi altro cane capace di devastare una casa o di ingurgitare ogni cosa. La scelta (più o meno obbligata) di far interpretare Marley da una serie di replicanti di età diverse (una specie di Io non sono qui canino) gli toglie ogni tratto di personalità, di carattere, che non siano generici guaiti o moine. Senza questo cruciale pizzico di anima, il film diventa così un Beethoven meno comico e meno splatter. Non resta che abbandonarsi all'unica certezza offerta dal film: prima che Marley spicchi il volo per la grande spiaggia dei cani che sta in cielo, ogni tappeto della casa sarà completamente devastato.

ethan ha detto...

Ballare per un sogno: Se in Ballare per un sogno ci fosse una voce fuori campo sicuramente snocciolerebbe una valanga di banalità sull'importanza di inseguire i propri sogni, tipo credi sempre in te stesso e altre amenità hollywoodiane. Il film, dagli stessi autori di Save the last dance e Step up, racconta la storia di Lauryn (Mary Elizabeth Winstead) che arriva a Chicago dalla campagna e non supera l'audizione per entrare in una prestigiosa scuola di danza. Ma Lauryn riuscirà a esprimere il suo talento e "il suo lato sexy nascosto" sul palco di una specie di strip bar. Il posto è reso molto meno squallido di quelli veri, quasi esclusivamente per evitare qualsiasi tipo di divieto e perdere quindi una bella fetta del pubblico di riferimento (i ragazzini evidentemente). Per qualcuno potrà diventare il classico musical sulla danza della sua epoca, stile Ti amavo senza saperlo o Baciami Kate!. Per altri la fine dell'arte cinematografica, come siamo abituati a conoscerla.

Fabrizio ha detto...

Ma come fai a vedere sta roba? Ci vuole un bel coraggio. "Ballare per un sogno" deve essere qualcosa di devastante.

ethan ha detto...

Caro Fabrizio, voglio vincere il premio Tafazzi 2009.

ethan ha detto...

Louise Michel: Il film di Benoit Delépine e Gustave Kervern non poteva uscire con un tempismo migliore, quando l'onda della recessione globale si fa sempre più minacciosa sulla società in cui viviamo. Ma il titolo non deve trarre in inganno. Il film non è una biografia di Louise Michel, l'anarchica eroina della Comune di Parigi. Quella è solo una strizzatina d'occhio, visto che i due personaggi principali si chiamano proprio Louise (una meravigliosa Yolande Moreau) e Michel (un perfetto Bouli Lanners). Louise è operaia in uno stabilimento tessile in Piccardia. Un giorno, insieme alle sue colleghe, arriva al lavoro e trova l'officina completamente vuota: il proprietario e tutti i macchinari sono scomparsi. Le operaie, furiose per essere state prese in giro, decidono di investire l'indennità di disoccupazione per ingaggiare un killer che uccida il loro ex datore di lavoro. Louise è scelta come quella che dovrà trovare il killer e accompagnarlo nella sua missione. Il tema della tensione tra la base, che perde sempre tutto, e i vertici, che si arricchiscono alle sue spalle, è arcinoto. Ma di fronte all'impietosa cinepresa dei due registi, il popolo degli eterni sfruttati appare come un'accozzaglia di casinisti, incapaci e pazzi furiosi. Louise Michel non risparmia niente e nessuno. Vuole sottolineare una verità spesso taciuta: la corruzione è ovunque, non solo nei paradisi fiscali o nelle società gestite dalla mafia. Forse è meglio riderci sopra, perché presto non avremo neanche più la forza di piangere.