mercoledì, settembre 17, 2008

LA POLIZIA RINGRAZIA - Italia '70 - il cinema a mano armata - (1)

La Polizia Ringrazia
regia di Stefano Vanzina


(il film capostipite del genere)

Tutto ebbe inizio nella primavera del 1972, quando nelle sale arrivò "LA POLIZIA RINGRAZIA".
A gettare le granitiche fondamenta del poliziesco italiano fu Stefano Vanzina (Steno), che per la prima volta, firmò un film con il suo vero nome e cognome, rinunciando allo pseudonimo che tanta fortuna gli aveva portato.
Vanzina elaborò con maestria la lezione del noir italiano del grande Fernando Di Leo (I ragazzi del massacro - 1969) fondendolo con il cinema politico-criminale di Lizzani (Banditi a Milano - 1968) e Damiani (Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Repubblica - 1971) nonchè a quello più prettamente politico di Rosi e Petri.

Enrico Maria Salerno L'intuizione di Vanzina sta nel fatto di non "puntare in alto", ma di trattare argomenti che tutti conoscono, problemi con cui il cittadino comune si trova a dover fare i conti tutti i giorni, ma che erano tabù per i media del periodo.
La criminalità comune, quella fatta di scippi, prostituzione, rapine è un argomento che il potenziale pubblico tocca con mano quotidianamente, quando non ne è addirittura vittima. Dal lato politico Vanzina, non tratta i grandi intrighi di palazzo, la massoneria ecc. ma trame politiche semplici, raccontate senza fronzoli e facilmente interpretabili da chiunque.
Fu questa "semplicità" alla quale va aggiunta una massiccia dose di violenza efferata, cruenta e finalmente visibile, a fare presa sul pubblico che riempì i cinema italiani decretando il successo strepitoso del film con 1 miliardo e 700 milioni di incasso nel 1972!!!
Da quel momento in poi il cinema italiano, per almeno 5 anni, non sarebbe più stato uguale a prima, era iniziata la gloriosa stagione del "Poliziottesco".

LA POLIZIA RINGRAZIA (Italia 1972)
Regia: Stefano Vanzina
Cast: Enrico Maria Salerno, Mariangela Melato, Mario Adorf, Franco Fabrizi, Cyril Cusack, Laura Belli, Corrado Gaipa, Giorgio Piazza, Ezio Sancrotti, Jurgen Drews, Piero Tiberi.
Trama: Il Commissario Bertone, capo della squadra omicidi di Roma, indaga su una serie di delitti che lui sospetta abbiano matrice politica (di destra). Scopre chi c'è dietro i delitti e cerca di sventare un possibile colpo di stato. La ricerca dei colpevoli lo porterà fino alle alte sfere della polizia e della magistratura. Non gli sarà consentito andare oltre.

IL FILM: Un'organizzazione di giustizieri, l'Anonima Anticrimine, inizia a farsi giustizia da sè, raccogliendo simpatie tra i cittadini (esasperati dall'impotenza delle forze dell'ordine) e tra alcuni esponenti della polizia, ma non quella del commissario Bertone (Salerno), che seppur convinto dell'inadeguatezza delle leggi in vigore, dall'alto della sua fedeltà alle istituzioni democratiche, intende mettere fine alla situazione venutasi a creare.
L'Anonima Anticrimine ripulisce la città a suo modo, rapinatori, prostitute, omosessuali vengono giustiziati senza tregua e i cadaveri vengono fatti ritrovare sistemati davanti a cartelloni pubblicitari che invitano i cittadini a tenere pulita la loro città (geniale).
A pensarla in maniera diametralmente opposta c'è una giornalista (Melato) sostenitrice di una giustizia più garantista.La situazione precipita quando un malvivente, per coprirsi la fuga a bordo di una moto prende in ostaggio una ragazza (L. Belli, la bella per eccellenza del poliziesco italiano).
Quando la fuga si fa disperata il bandito scaraventa giù dalla moto la donna mandandola a sbriciolarsi sotto le ruote di una Giulia verde oliva della polizia, in quella che è considerata una delle scene madri di tutto il genere poliziottesco.Il criminale in fuga ha paura, si sente braccato dall'Anonima Anticrimine più che dalle forze dell'ordine e si costituisce tra le braccia di Bertone, che nel frattempo ha scoperto chi manovra i fili dell'organizzazione di giustizieri.
Bertone affronta la mente dell'organizzazione e lo avverte di essere in possesso di dossier che è pronto a consegnare alla magistratura, ma i dossier sono già stati ritrovati e distrutti da esponenti della polizia vicini all'organizzazione e Bertone cade sotto i colpi di un vero e proprio plotone di esecuzione dell'Anonima Anticrimine.

IL COMMENTO: Il film denuncia la situazione di immobilismo in cui versa la giustizia italiana.
L'unico mezzo per contrastare la ferocia criminale è la possibilità che la legge possa rispondere al piombo con altro piombo.
La pellicola mette a confronto le due metodologie (quella reazionaria, ferocemente repressiva e quella eccessivamente garantista) di applicazione della legge, lasciando il giudizio allo spettatore.
Vanzina è molto bravo e furbo a prospettare la situazione prima da destra e poi da sinistra e chiude il cerchio cercando il modo di non mettere la polizia eccessivamente in cattiva luce.
Sceneggiato dallo stesso regista con Lucio De Caro, confezionato senza fronzoli badando al sodo, LA POLIZIA RINGRAZIA è film secco, essenziale, diretto, un pugno nello stomaco per l'epoca.

CURIOSITA' - NOTIZIE: le musiche del film sono di uno dei maestri del genere, ovvero Stelvio Cipriani.
L'incasso, come già detto in precedenza fu di 1 miliardo e 700 milioni di lire, un'enormità per l'epoca e sopratutto per una produzione italiana di questo tipo.Il film fu benevolmente recensito dal Messaggero, tiepidamente ma comunque non negativamente dalla Stampa e in maniera sostanzialmente negativa dai pochi giornali di sinistra che se ne occuparono.

Fabrizio Luperto

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottima recensione di un bellissimo film cult degli anni '70. Film straordinario proprio perchè capostipite di un filone di successo, quello poliziesco. La critica mi trova perfettamente d'accordo.

Anonimo ha detto...

beh che dire...
nn ho ricordi del film
ma la lettura della tua
recensione, me l'ha fatto
conoscere più di quanto
forse nn avrei potuto con la visione.
Complimenti fabrizio
per questa iniziativa,
cerchero' di essere più preparato per le prossime puntate.

valerio.

Anonimo ha detto...

Ispirato senza dubbio al fenomeno dei “justiceros” o squadroni della morte che imperversano fin dagli anni ’50 nella famosa Baixada di Rio de Janeiro, il film risulta ben montato e la tensione rimane alta fino alla fine, grazie anche alle musiche del maestro Cipriani. La scena dell’inseguimento tra la volante e il rapinatore in motocicletta è abbastanza “misera” se si raffronta con quelle presenti in altri film dello stesso filone, anche se in un certo senso “si riscatta” nel modo in cui si conclude. E’ interessante notare il contrasto tra le scene di violenza e di esecuzioni, dove il sangue scorre copioso, e la scena finale dell’assassinio del commissario Bertone, dove non una sola goccia di sangue viene mostrata (nonostante venga colpito frontalmente e nonostante indossi un impermeabile bianco), forse a voler sottolineare le differenze tra i “crimini” commessi.
Vale la pena ricordare, inoltre, che le tematiche del vigilantismo verranno affrontate l’anno successivo nel secondo film della saga dell’ispettore “dirty” Harry Callaghan, “Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan”, a dimostrazione che per una volta il poliziottesco è arrivato prima del poliziesco.

Andrea