sabato, aprile 19, 2008

Juno

La sceneggiatura di Juno, scritta da Diablo Cody, ha vinto l'oscar 2008 come miglior script originale. Basti questo per convincere il pubblico a regalarsi un'ora e mezza di divertimento, in un film dove ilarita' e riflessione sono intrecciate con delicatezza.
Juno e' un'adolescente che si ritrova a dover affrontare una gravidanza indesiderata, affiancata dalla propria famiglia e dal proprio fidanzato. E durante questo viaggio comprendera' molti aspetti della propria delicata esistenza e dei propri sentimenti, coinvolgendo altre anime in cerca di uno specchio sul quale riflettere la parte più ferita di loro stesse.

Jason Reitman, regista di Thank you for smoking e figlio d'arte di quel Ivan Reitman che ci ha fatto spanciare dalle risate negli anni '80 con i blockbuster Ghostbuster e I gemelli, mette in scena una storia davvero originale e dalle molte letture, che offre materiale per guardare gli Stati Uniti con meno angoscia e criticismi. La famiglia di Juno e' finalmente una famiglia media americana positiva, rilassata, e lei e' una ragazzina piena di vita, ferita dalla vita e dagli eventi, ma che non si perde d'animo.
Diablo Cody ci parla di adolescenti che hanno desiderio di reagire con positivita' alle difficolta' della vita, ci parla di uomini adulti che sono piccole mele acerbe e spaesate, di ragazzini vigorosi e sorprendenti, di donne annichilite in un desiderio di maternita' irraggiugibile. E dipinge con assoluta ironia ed energia il ritratto di un'adolescente unica nel suo genere.
Tutto il merito va a una blogger di nome Diablo Cody che è stata scoperta da uno dei produttori mentre navigava su Internet. Colpito dal suo stile umoristico, Novick ha deciso di chiamare la scrittrice per proporle la stesura dello scritto che, per tutta la durata del film, si distingue per la sua natura ultra contemporanea e spiccatamente femminile.

La sceneggiatura e' davvero ben scritta e strutturata: nessun personaggio e' lasciato alla deriva e tutti apportano un mattoncino necessario alla completezza del quadro. Bei dialoghi. Ellen Page interpreta con vigore la protagoinista. Jennifer Garner ben si pone con un personaggio in bilico e sofferto.
Messa in scena trasparente e scanzonata. Nessuna sequenza sembra inutile. Ottimi i titoli di testa.
Due le scene che ricordero': l'abbraccio tra Juno e Paulie, sul letto d'ospedale, dopo il parto, e la loro canzone cantata in duo, con le loro chitarre in braccio, dentro la cornice di quartiere residenziale periferico americano in puro stile Sundance festival.

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