giovedì, dicembre 06, 2007

Actrices

Giunta alla seconda parte della sua cinebiografia, Valeria Bruni Tedeschi abbandona il mondo agrodolce e le nostalgie colorate di "E' piu facile per un cammello.." e si immerge nelle atmosfere autunnali e un po' rarefatte di "Actrices". La materia del contendere nasce dall'urgenza di oggettivare un esistenza in bilico tra i successi del palcoscenico e la precarieta' del privato. Per tradurre questa necessita' la Tedeschi adotta una storia vicina alla sua vicenda personale (il palcoscenico delle prove e' lo stesso che la vide esordire nei teatri parigini mentre il ricordo dell'amante prematuramente scomparso rimanda all'analogo destino toccato in sorte al fratello dell'attrice, a cui il film e' dedicato) ed una struttura di impianto teatrale, corredata da intermezzi di quotidianita' che alleggeriscono i toni e danno ritmo alla narrazione. Durante le prove di "Un mese in campagna" di Turgeniev, un'attrice di massimo successo e' colta da una crisi d'identita' che mettera' in discussione il valore dell'arte e le scelte di una vita. Il tema e' di quelli impegnativi cosi' come le scelte della Tedeschi che non rinuncia al suo cote' attoriale ma lo mette a disposizione di un linguaggio cinematografico tradizionalemente frequentato da grandi come Bergman, ampiamente citato nelle estemporanee resurrezioni dei cari estinti e nell'alter ego artistico della diva, impersonato da una Valeria Golino in libera uscita, per non parlare di Truffaut, riproposto nella rappresentazione di un modello narrativo in cui il binomio arte/vita fluisce senza soluzioni di continuita' . I propositi sono lodevoli ma il film non decolla perche' i modelli sono accettati in maniera acritica e senza l'elaborazione necessaria ad evitare il cliche'. Le situazioni d'autore, schematiche e poco appassionanti, sono presentate in maniera programmatica ed alla fine fanno addirittura rimpiangere il dilettantismo dei siparietti familiari.

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